Si è appena aperta a Firenze una mostra molto interessante, intitolata “Omaggio al Granduca. Memorie di piatti d’argento per la festa di San Giovanni”. È ospitata nel Tesoro dei Granduchi a Palazzo Pitti e si potrà visitare fino al prossimo 24 settembre.
Capolavori d’argento
Significativamente l’esposizione ha aperto i battenti proprio nel giorno di San Giovanni (il 24 giugno), patrono della città. Ai tempi del Granducato era in questa data che si teneva la “festa degli omaggi” durante la quale il Granduca riceveva una prova tangibile del dominio sulle città toscane che riconoscevano la loro sudditanza nei suoi confronti.
La mostra intende raccontare una storia poco conosciuta, quella di una serie di bacili d’argento che proprio in occasione di questa festa venivano donati al Granduca toscano. Purtroppo gli originali sono andati perduti, ma ne restano i calchi in gesso e sono tutti esposti in mostra.
Il percorso espositivo si snoda in tre sezioni:
- i calchi dei piatti, presentati in ordine cronologico
- i protagonisti della vicenda
- testimonianze della fortuna della serie nel Settecento
“Regalo di nozze”
La serie è composta da 58 esemplari, ovvero uno per anno per il periodo che va dal 1680 al 1737, anno della morte di Gian Gastone, con la quale si estinse la dinastia de’ Medici, evento epocale che tra le altre conseguenze ebbe la fine della donazione dei bacini d’argento. Ma cosa raccontavano le decorazioni che abbellivano questi capolavori di oreficeria, realizzati su disegno dei più importanti artisti romani dell’epoca? Le scene rievocavano i fasti dinastici della casata fiorentina. E chi ebbe l’idea di questo grandioso e dispendioso omaggio? Fu il cardinale Lazzaro Pallavicini.
Naturalmente il suo non fu un gesto gratuito. Il cardinale infatti aveva delle mire ben precise: promuovere la propria casata ai vertici della curia romana. E pensò di farlo attraverso il matrimonio di sua nipote Maria Camilla con Giovan Battista Rospigliosi, nipote di papa Clemente IX, unione che fu stretta nel 1670 grazie all’intervento del Granduca Cosimo III de’ Medici.
Soddisfatto dell’appoggio ricevuto, il cardinale dispose per legato testamentario che il suo erede dovesse rendere omaggio al Granduca un argento lavorato del valore di 300 scudi. La donazione prese avvio nell’anno della morte del cardinale.
Dall’argento alla porcellana
I personaggi storici coinvolti in questa originale vicenda furono, oltre al cardinale Lazzaro Pallavicini, Giovan Battista Rospigliosi e il cardinale Giacomo Rospigliosi, il Granduca Cosimo III Medici e suo figlio Gian Gastone.
Che fine hanno fatto i piatti di San Giovanni? Sappiamo che erano ancora presenti verso la fine del Settecento, ma poi se ne persero le tracce, complici la mancanza di spazio e il cambio di gusto che li aveva fatti cadere nel dimenticatoio. La scomparsa non è stata totale soltanto perché il marchese Carlo Ginori, fondatore della celebre Manifattura Ginori di Doccia, fece realizzare dall’argentiere Pietro Romolo Bini le forme in gesso dagli originali in argento. Da quelle forme sono stati fatti i calchi in gesso esposti in mostra, ma cosa più importante, esse diedero vita a numerose porcellane che si diffusero per l’Europa.
Piatti di gran classe che sono passati dall’argento, al gesso e poi alla porcellana: che storia!
Didascalie:
- Argentiere fiammingo attivo a Genova
Bacile e mesciroba (1619)
Argento sbalzato, cesellato e inciso, con elementi a fusione
Oxford, Ashmolean Museum, University of Oxford - Veduta d’insieme dell’allestimento in mostra della serie di 59 riproduzioni di piatti in elettroformatura d’argento
1999
Argento
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Tesoro dei Granduchi - Manifattura Ginori di Doccia
Piatto con la Toilette di Venere (da Alessandro Albani)
1884; metà degli anni Ottanta del XIX secolo
Maiolica dipinta
Marca dipinta in blu: Ginori sormontato da corona
Sesto Fiorentino, Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia
Omaggio al Granduca
Memorie dei piatti d’argento
Tesoro dei Granduchi
Palazzo Pitti
Firenze
Fino al 24 settembre 2017