Si è chiusa il 20 marzo al Palazzo Reale di Milano la mostra Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau. Chi se la fosse persa, non si deve preoccupare più di tanto perché avrà una seconda occasione: dal 30 aprile al 18 settembre la mostra sarà infatti allestita al Palazzo Ducale di Genova. Naturalmente la recensione resta valida!
Manifesti e oggetti d’arredo
Ma chi era Alfons Mucha? Iniziamo col dire che il cognome si pronuncia Muchà con la “h” aspirata e l’accento sulla “a”. Nato nella regione della Moravia che allora apparteneva all’Impero Austro-Ungarico, è considerato uno degli artisti più significativi dell’Art Nouveau.
Il suo lavoro è raccontato da un percorso espositivo in dieci tappe che procede per temi, dall’introduzione alla forza creatrice della natura, passando per il teatro, la donna e il tempo, per menzionarne solo alcuni.
Ma le oltre duecento opere selezionate non sono soltanto sue. Si può anzi suddividere il materiale in due grandi gruppi: da una parte le opere di Mucha (soprattutto manifesti), dall’altra oggetti, arredi, vasi, piatti e sculture realizzati da altri artisti e artigiani.
Sotto il più ampio termine di Modernismo internazionale si raccolgono il Liberty italiano, l’Art Nouveau francese, lo Jugendstil tedesco e il Modern Style inglese, tendenze accomunate dalla condivisione di alcuni valori:
- la propensione per le linee morbide e avvolgenti
- le composizioni libere e asimmetriche
- i colori preziosi e brillanti
- l’interesse per la figura femminile
- la preferenza per forme ispirate al mondo della natura.
Il profondo apprezzamento per la pittura del Quattrocento, in particolare quella di Sandro Botticelli, avvicina questi artisti ai Simbolisti.
Raffinatezze Liberty
Nell’Art Nouveau il confine tra arte e artigianato è particolarmente sfumato perché gli oggetti di uso domestico prodotti dalle botteghe più raffinate potevano essere “monumenti”, come nel caso delle splendide sedie esposte all’inizio della mostra. Sono vere e proprie sculture, piuttosto che comuni oggetti quotidiani.
Chi non sognerebbe di avere in casa propria il salotto ricostruito in una delle sezioni, realizzato da Luigi Fontana attorno al 1902 in mogano, in tessuto con applicazioni in velluto e in pasta di vetro? È la quintessenza dello stile Liberty!
L’unione di sublime e quotidiano è uno dei tratti identificativi dell’arte di Mucha, sempre intento a suscitare in chi guarda le sue immagini pubblicitarie la sensazione che i prodotti offerti arrivino direttamente dal cielo, portati da angeliche fanciulle.
Quei manifesti lo resero famoso in tutta Europa e durante tutta la carriera Mucha si mantenne aggiornato sulle più moderne tendenze europee per rimanere sempre in sintonia con i gusti del pubblico.
Le donne sui suoi manifesti sono sensuali (ma raramente a seno nudo per non incappare nei rigori della censura), con lunghi capelli pettinati in elaborate acconciature, spesso trapunti da fiori dall’evidente significato simbolico. Il prodotto reclamizzato, invece, finiva in secondo piano, anticipando di molto il marketing moderno.
La bibbia delle arti decorative
Nel 1902 Mucha pubblicò “Documents Décoratifs”, un album di 72 tavole che è considerato la bibbia delle arti decorative. Il visitatore può ammirare in mostra l’intero corpus di illustrazioni.
La Tavola 61, per esempio, è dedicata alle posate, mentre la numero 66 si concentra sui bicchieri e la 72 mostra un tavolo elegante con tanto di colonna portasecchiello in cui già aspetta una bottiglia di champagne…
Tra gli oggetti più belli esposti si segnalano i grandi piatti in maiolica dipinti in policromia con volti femminili e fiori da Galileo Chini per L’Arte della Ceramica, la Coppa dei Pipistrelli in bronzo, opera di Hans Stoltenberg Lerche, il servizio da tè e caffè in porcellana e argento composto da zuccheriera, caffettiera, teiera e cremiera, realizzato dalla Ceramic Art Company di Trenton (New Jersey), la specchiera con pavone di Henri Bergé e Amalric Walter, in bronzo e pasta di vetro: ci si ferma davanti per pavoneggiarsi e si rimane incantati dalla raffinatezza della decorazione!
Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau
Fino al 20 marzo 2016
Palazzo Reale
Milano
Didascalie:
- Alfons Mucha
Biscuits / Lefèvre-Utile, 1896
Litografia a colori, cm 62 × 43,5
Richard Fuxa Foundation
Foto: © Richard Fuxa Foundation - Amalric Walter per la Vetreria Daum
Vuotatasche con pesci, 1909 circa
Pasta di vetro, cm 13 × 21,8
Milano, collezione C.F.S.
© Studio fotografico Perotti, Milano - Richard Mutz per la Manifattura Herman Mutz
Coppa, 1900 circa
Gres con supporto metallico, cm 27,5 × 39 × 24,5
Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche
© Archivio Fotografico Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza