Ha ragione la soprintendente Antonella Ranaldi: “Non è una mostra come le altre”. E dunque si merita una recensione diversa dalle altre…
La bellezza ritrovata è un viaggio tra oltre 140 capolavori, realizzati in un lunghissimo arco temporale che copre quasi tutta la storia dell’arte, dalla statua egizia della XIX dinastia (attorno al 1200 a.C.) alla tela “Madre e figlio” di Carlo Carrà, dipinta nel 1917, accomunati solo dal fatto di essere stati recentemente restaurati.
Per la 17esima edizione di Restituzioni c’è poi una novità molto interessante: i confini si allargano per includere la Repubblica Slovacca, ospite con tre rilievi in legno.
Girando per le sale delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala a Milano si ha la tentazione di toccare le opere esposte. I materiali infatti solleticano e sollecitano il tatto.
Il visitatore prova invidia per il restauratore che ha rimesso in forma la “Croce di Chiaravalle” custodita al Museo del Duomo di Milano, smontando e rimontandone i componenti: diaspro, cristallo di rocca, argento parzialmente dorato, filigrana d’argento dorato, cammei e pietre. Come lui, si vorrebbe passare le dita su tutti i rilievi, dai più lievi ai più pronunciati.
Verrebbe anche voglia di sfiorare la splendida cornice che abbraccia Il cavaliere di Malta del Caravaggio. L’interessante video trasmesso sullo schermo appeso alla parete mostra una restauratrice mentre si prende cura prima del quadro e poi della cornice stessa, passando e ripassando delicatamente i suoi strumenti per la pulizia.
E chi non vorrebbe girarsi tra le mani i raffinati bicchieri dei maestri vetrai Muranesi esposti in una teca? Hanno più di cinquecento anni e sono in vetro azzurro o trasparente, dipinti e dorati. Potrebbero accompagnare, in un sontuoso servizio, il piatto con raffigurazioni marine in avorio elefantino, madreperla da ostrica perlifera, corno di cervo e legno. Naturalmente è uno scherzo: si tratta infatti di un piatto da parata, non da servizio!
Un vero e proprio mosaico di materiali è quello che dà forma e sostanza all’armatura giapponese, prestata dall’Armeria Reale di Torino. I suoi componenti datano a epoche diverse e sono realizzati in acciaio, oro e argento, leghe di rame, legno policromo, pelle e cuoio, lacca, seta e broccato di seta, canapa e tinte naturali. Altro che le tute in tessuto sintetico che indossiamo oggi per fare sport!
La bellezza ritrovata
Gallerie d’Italia
Milano
Fino al 17 luglio 2016
Info: www.gallerieditalia.com
Didascalie:
- Produzione giapponese
Armatura composita del tipo do-maru a fettucce di seta azzurra
Varie epoche (XV-XVIII sec.)
Torino, Musei Reali, Armeria Reale - Orefici veneziani e milanesi
Croce di Chiaravalle
XIII secolo; XVII secolo
Milano, Museo del Duomo
Foto di Giacomino Gallarate - Michelangelo Merisi da Caravaggio
Ritratto di cavaliere di Malta (Alof de Wignacourt?), 1608
olio su tela
Firenze, Galleria Palatina, Palazzo Pitti - Ignaz Elhafen (attribuito a)
Piatto da parata con raffigurazioni marine, 1670-1680
Modena, Gallerie Estensi