Indovinello: quale artista ha detto di sé “Io forse devo ai fiori il fatto che sia diventato pittore”? Vi arrendete? È stato Renoir. Questa citazione campeggia nella prima sala della mostra Painting the Modern Garden. Monet to Matisse, ovvero “Dipingere il giardino moderno. Da Monet a Matisse”, che si può visitare alla Royal Academy of Arts di Londra fino al 20 aprile.
È un tripudio di natura, fiori, foglie, colori e giardini, rappresentati in oltre 120 opere di artisti del calibro di Monet, Matisse, Renoir, Bonnard, Klimt, Van Gogh, Munch, Kandinsky… che abbracciano un periodo di circa sessant’anni, dal 1860 alla fine della prima guerra mondiale.
Lungo un percorso che si snoda in otto sezioni, i quadri raccontano i giardini impressionisti e quelli internazionali, i primi anni di Monet, come creare un giardino, i giardini del silenzio, quelli d’avanguardia e i giardini di sogno, per fermarsi con gli ultimi anni di Monet, in un finale davvero mozzafiato!
Artisti e giardinieri
Numerosi sono i prestiti di musei americani e di collezionisti privati: la mostra è dunque un’occasione preziosa per ammirare capolavori solitamente difficili da vedere. Ma è anche una miniera di informazioni sulla passione per il giardinaggio di molti maestri della pittura.
Monet, per esempio, aveva a Giverny uno staff di almeno sei giardinieri che si prendevano cura di oltre settanta specie diverse. Adorava gli iris e li piantava ovunque, spesso in combinazioni con altri fiori.
Legge più cataloghi e listini di orticultori che articoli sull’estetica
disse di lui un giornalista che l’aveva intervistato.
Van Gogh, invece, disegnava spesso fiori perché erano molto più economici da ritrarre dei modelli in carne ed ossa. Ma fu grazie a queste opere che scoprì le leggi dei contrasti di colore. È stato calcolato che un decimo dell’intera produzione di Klee, ovvero circa un migliaio di opere, riporta immagini di piante. “Mi sento io stesso una pianta” scriveva alla sua fidanzata (che curiosamente si chiamava Lily, ovvero “giglio”).
La realizzazione di tele raffiguranti fiori era (e rimane) un’impresa tutt’altro che semplice. I pittori impressionisti non uscivano all’aria aperta per dipingere il primo soggetto che attirava la loro attenzione. S’impegnavano invece in un lunghissimo lavoro di preparazione e studio, come testimoniano lettere, documenti e diari. Nulla era lasciato al caso.
L’ultima sala, dedicata ai lavori tardi di Monet, è semplicemente spettacolare. Negli ultimi anni l’artista si dedicò esclusivamente a un solo tema, quello del giardino d’acqua con le ninfee. La passione giovanile per William Turner riemerge in queste opere in cui i colori si mescolano magistralmente tra loro, non tanto per riprodurre le sfumature della natura, quanto per competere con la sua mirabile ricchezza.
Ti piace la recensione? Condividila con i tuoi amici!
Didascalie:
- Joaquin Sorolla
Louis Comfort Tiffany, 1911
Olio su tela
In prestito dalla Hispanic Society of America, New York, NY
Photo (c) Courtesy of The Hispanic Society of America, New York - Auguste Renoir
Monet mentre dipinge nel suo giardino ad Argenteuil, 1873
Olio su tela
Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, CT. Bequest of Anne Parrish Titzell
Photo (c) Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, CT - Claude Monet
Signora in giardino, 1867
Olio su tela
The State Hermitage Museum, St. Petersburg
Photo (c) The State Hermitage Museum. Photography: Vladimir Terebenin - Claude Monet
Ninfee, 1914-15
Olio su tela
Portland Art Museum, Oregon. Museum Purchase: Helen Thurston Ayer Fund, 59.16
Photo (c) Portland Art Museum, Portland, Oregon