Le sale cinematografiche hanno smesso da tempo di essere soltanto il luogo di fruizione dei film. Negli ultimi anni, infatti, si è diffusa la proiezione di documentari, spettacoli teatrali, concerti e addirittura eventi sportivi.
L’ossessione di Barnes
Mentre leggete questa recensione, segnatevi in calendario le date del 22 e 23 marzo perché in quei giorni sarà possibile vedere nelle sale il docu-film Renoir. Oltraggio e Seduzione. Diretto da Phil Grabsky, è il racconto per immagini, parole e musica della collezione del pittore francese conservata alla Barnes Foundation di Philadelphia, negli Stati Uniti.
Si tratta della più grande collezione di opere del maestro dell’Impressionismo e si deve alla volontà di una sola persona, Albert C. Barnes che nel 1922 creò l’omonima Fondazione.
Barnes nutriva una vera e propria ossessione per Pierre-Auguste Renoir e il film ce lo mostra ritratto in diverse fotografie intento ad ammirare alcuni dei “suoi” Renoir, una minima parte dei 181 che acquistò nel corso della sua vita.
Ma cosa lo attraeva particolarmente nell’opera del pittore francese? È lui stesso a confessarlo: in Renoir Barnes riscontrava la gioia di dipingere persone vere.
L’ultimo Renoir
La collezione custodita alla Barnes Foundation si concentra sul Renoir meno studiato, quello dell’ultimo periodo, che si estende dal 1890 alla morte dell’artista, avvenuta nel 1919.
Solitamente i critici e gli storici dell’arte sottovalutano questa fase della sua produzione, ritenendola qualitativamente inferiore rispetto alle precedenti. In realtà il documentario ha tra i suoi obiettivi quello di attirare l’attenzione su queste opere perché secondo i curatori l’ultimo Renoir merita di essere riconsiderato e giudicato per il suo effettivo valore.
Il film, però, non è una difesa a spada tratta. Hanno diritto di parola, infatti, anche studiosi e critici che non risparmiano giudizi aspri e severi, soprattutto sulle composizioni con nudi femminili. È proprio la sovrabbondanza del nudo femminile, combinata con la scarsa stima che Renoir ammetteva di avere per le donne, a pesare come un macigno sulla valutazione della sua arte.
Nell’ultimo periodo i nudi si fanno monumentali per influsso dell’arte rinascimentale che Renoir ha potuto ammirare durante il viaggio che fece in Italia nell’inverno del 1881/1882.
Il figlio regista
Regala un’emozione particolare (e un filo d’orgoglio) la veloce inquadratura dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci dipinta nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Ma protagonista assoluta rimane l’arte di Renoir. La macchina da presa zooma sui dettagli più piccoli delle opere e ogni tela si trasforma in un oceano di colori: meravigliosi!
Nelle parole del figlio, il celebre regista Jean Renoir, rivive l’uomo oltre l’artista, i suoi gusti, gli inizi, i pomeriggi trascorsi al Museo del Louvre a studiare i capolavori dei maestri, su tutti Delacroix, mentre le immagini accompagnano alla riscoperta dei quadri di Pierre-Auguste. Non soltanto quelli conservati alla Barnes Foundation, ma anche altri capolavori, come la spettacolare Colazione dei canottieri della Phillips Collection di Washington.
All’uscita dalla sala negli occhi brillano ancora i colori di Renoir.
A voi piace la sua arte?
Didascalie:
- Pierre-Auguste Renoir
Enfants au bord de la mer à Guernesey, 1883
Olio su tela
The Barnes Foundation, Philadelphia, Pennsylvania
Foto: © 2012 The Barnes Foundation - Una delle sale della Barnes Foundation in cui sono esposte opere di Renoir.
Informazioni:
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