Il 24 e il 25 maggio sarà nelle sale cinematografiche d’Italia il film “Da Monet a Matisse. L’arte di dipingere il giardino moderno”.
Che spettacolo!
Diretto da David Bickerstaff e distribuito da Nexo Digital, racconta la mostra sul giardino moderno che si è chiusa lo scorso 20 aprile alla Royal Academy of Arts di Londra. Spettacolare la mostra, spettacolare il film che si apre con la sequenza di un’ape che vola su una siepe di rose rosse in fiore.
E lo zoom regala primissimi piani di fiori uno più bello dell’altro (peccato che la tecnologia non sia ancora in grado di restituire i profumi!). Poi vediamo alcune opere esposte in mostra e iniziano gli interventi di esperti che raccontano, quasi sempre in inglese (con traduzione nei sottotitoli, naturalmente), i vari aspetti dell’esposizione e del tema del giardino nella pittura moderna.
A parlare sono professionisti di varie discipline, come storici dell’arte, disegnatori di giardini, giardinieri e artisti essi stessi.
Ma i protagonisti assoluti del film sono il pittore impressionista Claude Monet e il suo giardino, o meglio l’ultimo e più famoso di essi, quello che realizzò in tanti anni a Giverny, nella regione dell’Alta Normandia.
Lì, come fece Dio al momento della creazione, l’artista ricreò i capricci della natura. Che emozione vedere le sue celebri tele dedicate alle Ninfee dissolversi per mostrare il laghetto che le ha ispirate. E poi il ponte giapponese, tante volte ritratto, ma mai con la stessa luce.
Nel giardino di Monet
Nel suo giardino Monet, che era anche scultore oltre che pittore (è bene sempre ricordarlo) “scolpì” la natura. E il giardino che ancora oggi possiamo ammirare a Giverny non vuole essere un museo, bensì un tributo vivente al suo creatore. In Monet, infatti, perfetta era la simbiosi tra arte e giardino.
Si può dire che realizzò il suo giardino con l’occhio dell’artista, così come dipinse i suoi quadri con l’occhio dell’esperto giardiniere, sempre curioso di novità in fatto di floricoltura.
Ma Monet è soltanto il più celebre degli artisti che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si dedicarono alla pittura all’aria aperta. Quella generazione ritrovava in un fiore tutto l’universo: la complessità nella semplicità e viceversa.
Quando la macchina da presa zooma sui petali di un fiore ci meravigliamo della sua complessa architettura, perfettamente geometrica. Con la natura gareggiavano gli artisti, non tanto nel tentativo di rappresentarla fedelmente (come facevano i pittori fiamminghi del XV secolo), quanto con la volontà di trasmettere l’idea di bellezza.
Mettevano la stessa attenzione nel dipingere i fiori (ogni singolo fiore!) che mettevano nel ritrarre le persone!
Il sottofondo musicale, intanto, esalta l’aspetto emozionale del documentario che gioca a un continuo rimando tra interno (le sale del Museo) ed esterno (i giardini), tra arte e natura.
Lo spettatore invidia i tecnici che durante l’allestimento toccavano con mano le magnifiche cornici lignee, davvero degne di questi capolavori. A Giverny la macchina da presa fa il giro della dimora, stanza per stanza, soffermandosi sulle suppellettili, le ceramiche, i vasi, le sculture, le fotografie.
Il giardino naturale
Nei 90 minuti del film si intrecciano le storie dei grandi pittori a quelle dei loro giardini, ma emergono anche le figure di altri personaggi, come William Robinson che con il suo libro “Il giardino naturale” rivoluzionò il mondo del giardinaggio. La sua tesi era quella di accogliere la natura nel giardino, in modo da naturalizzarlo.
Sembra un paradosso, ma il giardino inglese di epoca vittoriana era talmente “ingessato” da conservare poco di naturale.
E poi si fa un veloce tour europeo alla riscoperta dei giardini degli artisti, da quello di Emil Nolde a Seebüll, all’estremo nord della Germania (a pochi passi dal confine con la Danimarca), a quello di Joaquín Sorolla nel cuore di Madrid, frutto di numerosi tentativi, alcuni fortunati, altri falliti per inesperienza dell’artista.
Non tutti i pittori impressionisti avevano il pollice verde!
Didascalie:
- Due immagini tratte dal film
- Claude Monet
Il giardino dell’artista in Argenteuil, 1873
Olio su tela
Dono di Janice H. Levin, in onore del 50° Anniversario della National Gallery of Art