I Savoia amavano la tecnologia. Tra le altre prove lo dimostra il fatto che fecero installare alla Villa Reale di Monza quanto di più moderno fosse a disposizione all’epoca per rendere ancora più piacevole il regale soggiorno in Brianza: dal riscaldamento, all’acqua corrente calda, fino al telefono e a un piccolo ascensore interno che fungeva da montacarichi.
Un nuovo punto di vista
I sovrani avrebbero dunque apprezzato il nuovo servizio che da qualche giorno viene messo a disposizione dei visitatori, compreso nel biglietto d’ingresso. A partire dal 5 febbraio, infatti, chi intende seguire il percorso di visita ottiene un paio di speciali occhiali equipaggiati con gli ultimi ritrovati della tecnologia 3D e della realtà aumentata, messi a punto da ARtGlass.
Niente paura: gli occhiali sono piuttosto leggeri (non come gli “occhialoni” a maschera che dopo pochi minuti infastidiscono per ingombro e pesantezza) e si possono tranquillamente indossare anche sopra i normali occhiali da vista.
Il personale di sala fornisce le semplici istruzioni d’uso e introduce nella prima sala del percorso di visita degli Appartamenti Privati al Secondo Piano Nobile della residenza.
In pochi secondi ci si trova immersi in un’atmosfera magica. Rivive lo splendore della Villa Reale grazie alle immagini che riproducono sulle pareti ora spoglie i pannelli cinesi adesso conservati al Palazzo del Quirinale (sede del Presidente della Repubblica).
Attraverso gli auricolari forniti in dotazione ascoltiamo la storia della Villa, dalla costruzione alla decadenza causata dalla decisione di Vittorio Emanuele III di non utilizzarla più, in segno di lutto per l’uccisione del padre Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci il 29 luglio del 1900.
La tecnologia della realtà aumentata permette di “vedere” quello che non c’è più. È come se nella cornice originale magicamente comparisse di nuovo un quadro andato distrutto.
Lo stile di Margherita
Seguendo le segnalazioni della guida virtuale passiamo di sala in sala, spostando lo sguardo sulla parete indicata, su un soffitto o un pavimento. Qui c’erano tessuti pregiatissimi, là mobili in stile neorinascimentale…
Le scelte decorative della regina Margherita erano dettate non soltanto da ragioni estetiche ma anche dalla precisa volontà di promuovere le qualità artistiche degli artigiani italiani. Il loro insieme ha dato vita al termine “Margheritismo”, lo stile plasmato dai suoi gusti personali.
Tra una sala e l’altra c’è una breve parentesi musicale, scelta con gusto e perfettamente adeguata agli ambienti.
Lo sfarzo delle decorazioni esaltava la ricchezza dell’insieme. In un unico ambiente, purtroppo, è possibile osservare la tappezzeria originale, altrimenti scomparsa del tutto. Ma gli occhiali restituiscono virtualmente il delicato broccatello di lino color naturale che ingentiliva la toeletta dell’imperatrice di Germania Augusta Vittoria, ospite dei sovrani d’Italia alla fine dell’Ottocento.
Giochi di corrispondenza
“Guarda la finestra ed entra nella magia del giardino” invita la voce dell’audioguida. Dai vetri si ammira il giardino all’inglese disegnato dall’architetto Giuseppe Piermarini, lo stesso ideatore della Villa, mentre tra le due finestre campeggia la “U” di Umberto I.
Splendido il pavimento ligneo con due colombi che sembrano neutralizzare con la loro presenza la bellicosa immagine di una faretra. Sono uno dei temi amorosi e gioiosi che ricorrono sulle decorazioni delle sale.
Nel salotto c’è la perfetta corrispondenza tra i decori della volta e del pavimento. Altrove, invece, capita di ammirare la sovrapposizione tra l’affresco al centro del soffitto e l’immagine visualizzata negli occhialini. In questo caso virtuale e reale coincidono, raddoppiando il senso di meraviglia.
La visita guidata procede e alle informazioni fornite dall’originale supporto si aggiungono quelle date dai totem presenti nelle sale, dedicati alle fasi dei lunghi restauri.
Ritornati nel corridoio (una vera e propria “rivoluzione” inventata dal Piermarini) la guida prende commiato dai visitatori invitandoli a individuare il Collare della Santissima Annunziata attorno allo stemma dei Savoia: era la massima onorificenza della Casa Regnante. Ma gli occhi si soffermeranno di sicuro sui due enormi lampadari a lanterna che dominano lo scalone.
I Savoia, appunto, amavano la tecnologia.
Informazioni:www.villarealedimonza.it