Anversa è una delle principali città delle Fiandre, la regione settentrionale del Belgio. È famosa per la moda, il design e il mercato dei diamanti, ma è anche una meta turistica molto gettonata grazie alle sue attrazioni artistiche, storiche e culturali.
Vanta per esempio due splendidi palazzi, di cui uno inserito nell’elenco dei siti posti sotto l’egida dell’UNESCO. Si tratta del Museo Plantin – Moretus, da pochi giorni riaperto al pubblico dopo lavori di ammodernamento e restyling che hanno reso più chiaro e ancora più interessante il percorso espositivo.
Uno stampatore di successo
Christophe Plantin veniva dai dintorni di Tours, in Francia. Nel 1550 si stabilì ad Anversa, dove fondò l’Officina Plantiniana che presto sarebbe diventata una delle più rinomate stamperie d’Europa. Era una vera e propria multinazionale, con sedi a Leida e a Parigi. Tra i libri più importanti che ne uscirono dai suoi torchi c’è la maestosa “Biblia Regia”, chiamata anche la Bibbia Poliglotta di Anversa.
La sua redazione in cinque lingue fu finanziata dal re di Spagna Filippo II e curata dal teologo spagnolo Benito Arias Montano che vi lavorò 11 ore al giorno per 5 anni, dal 1568 al 1572.
Questo capolavoro di stile e di accuratezza valse a Plantin il diritto in esclusiva di esportare opere di carattere liturgico nelle Americhe. Un vero successo commerciale!
Quello che veniva svolto nell’Officina era un lavoro a conduzione familiare in cui erano coinvolte in prima persona le figlie di Plantin che non ebbe eredi maschi. La secondogenita Martina sposò Jan Moretus che avrebbe portato avanti l’impresa alla morte del suocero (1589).
Disseminati per tutte le sale (e sono numerose!) si vedono i simboli della famiglia Plantin – Moretus, la stella e il compasso e il motto “Labore et constantia”, ovvero “Con fatica e perseveranza”, a sottolineare che il successo imprenditoriale non era frutto del caso ma di un lavoro molto duro e accurato. Ciascuna delle fasi in cui era suddivisa la “catena di montaggio” dell’editoria veniva affrontata con la massima attenzione per evitare imperdonabili errori di stampa. In quei tempi di acerrime contese tra confessioni religiose un refuso poteva scatenare una guerra, letteralmente.
Occhio agli errori!
Particolare importanza aveva la correzione delle bozze, a cui era riservata una sala apposita con finestre sul cortile interno. Chi vi lavorava non doveva soltanto saper leggere in tante lingue europee (e ovviamente in latino), ma anche possedere un’ottima cultura umanistica per essere in grado di individuare anche gli errori a prima vista meno evidenti.
Ma il business famigliare non si limitò alla stampa dei libri. L’Officina, infatti, commerciava anche pizzi, mappe e mappamondi. Da imprenditore molto avveduto e lungimirante Plantin aveva compreso l’importanza della diversificazione commerciale!
Il successo arrise ai suoi sforzi e la ricchezza della casa sta a testimoniare il tenore di vita della famiglia. Le sale sono arredate con arazzi, porcellane, lampadari e caminetti degni del palazzo di un nobile. E poi mobili di legno, sontuose coperture di cuoio realizzate nella vicina Mechelen (se colorate) o importate dalla Spagna (quelle monocrome) e splendidi ritratti dipinti da Rubens, il pittore più celebre (e costoso) dell’epoca.
A casa di Rubens
Percorrendo la strada che taglia in due il centro storico di Anversa in pochi minuti di passeggiata si arriva proprio alla Casa di Rubens.
L’artista la comprò, insieme alla prima moglie, nel 1610, poco dopo il ritorno dal viaggio in Italia che tanto influenzerà l’arte della sua maturità, più libera e caratterizzata da un uso più espressivo del colore rispetto a quella precedente.
Lo stesso edificio (magnifico) risente dell’influenza dell’arte da lui ammirata in Italia, quella classica e quella rinascimentale. La casa, infatti, è stata modellata da Rubens in persona perché assomigliasse a un palazzo italiano del Rinascimento. Qui il pittore trascorrerà trent’anni, fino alla morte avvenuta nel 1640.
Un agile libretto fa da guida alla visita, segnalando i pezzi più importanti del percorso espositivo. Ritroviamo subito la preziosa copertura di cuoio alle pareti vista al Museo Plantin – Moretus, a ulteriore testimonianza dell’agio di cui amava circondarsi il proprietario. Un cartello mette in guardia i visitatori contro la tentazione di toccarla con mano. Non è possibile, vista la delicatezza del materiale. Se si vuole averne un’idea, basta sfiorare il campione messo a disposizione su un piccolo supporto.
Un capolavoro dietro l’altro
Sopra un camino fa bella mostra di sé una piccola testa in marmo: è un’altra prova dell’amore di Rubens per l’arte classica. Ma ad attirare l’attenzione sono in particolare le belle piastrelle in ceramica alle pareti, in “dialogo” con altre suppellettili anch’esse in ceramica, come i vasi, distribuite qua e là per le sale.
Tre le prime gemme della collezione c’è l’Autoritratto di Rubens, datato tradizionalmente attorno al 1630, l’anno in cui il pittore sposò in seconde nozze Hélène Fourment, allora sedicenne (lui aveva già superato la cinquantina). Durante la sua lunga carriera Rubens ne dipinse pochissimi. La copia di uno di essi è conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze, ma al momento è esposta alla mostra “Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco” in corso al Palazzo Reale di Milano.
Oggetti d’arredo e opere d’arte parlano di preziosità e ricchezza, di stile e bel vivere, di successo imprenditoriale e di amore per l’arte.
Il Museo mantiene vivo lo spirito del grande Rubens non soltanto con la sua collezione, ma anche con nuove acquisizioni e con prestiti a lungo termine da parte di altre collezioni.
Da due palazzi di Anversa a poca distanza tra di loro sono usciti capolavori che hanno influenzato la cultura occidentale. Si meritano una bella visita, no?
Didascalie:
- Un’immagine serale del centro storico di Anversa
Foto Antwerpen Toerisme en Congres - Due sale del Museo Plantin – Moretus
Foto di Sigrid Spinnox - Il soggiorno della Casa di Rubens in un’immagine del 2007
Foto di Michel Wuyts - Una sala della Casa di Rubens
Foto di Ans Brys - L’atelier di Rubens nel 2007
Foto di Bart Huysmans
Informazioni:
VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre
Museo Plantin – Moretus
Casa di Rubens