Leccio è una frazione del comune di Reggello che si trova a una quarantina di chilometri da Firenze. Molti conoscono la località per la presenza di un grande outlet, al contrario sono invece pochissimi quelli che, fuori dall’ambito regionale, collegano Leccio con il Castello di Sammezzano e conoscono la vicenda di quest’ultimo. Voi la conoscete?
Un marchese con la passione per l’arte
Il castello venne costruito dalla famiglia Ximenes d’Aragona agli inizi del Seicento su un sito storicamente più antico, probabilmente già abitato in epoca romana. Ereditato da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, collezionista amante dell’arte (nella sua ricca collezione aveva opere di Van Dyck e Velázquez, tanto per fare due nomi di pittori!) venne da costui completamente riprogettato in stile eclettico e moresco tra la metà e la fine dell’Ottocento.
Tutto il materiale edile necessario alla costruzione di questo castello “orientale” adagiato sulle dolci colline toscane fu realizzato sul posto, dalle piastrelle dai colori sgargianti ai mattoni e agli stucchi. Nell’arco di circa quarant’anni Ferdinando fece aggiungere nuove sale, come la Sala d’ingresso, il Corridoio delle Stalattiti (inaugurato nel 1862) e la Sala da Ballo.
Le imprese coloniali dei paesi europei e la pittura avevano fatto diventare di moda l’Oriente e anche Ferdinando rimase affascinato dall’Orientalismo che declinò secondo i propri gusti. Il risultato fu un castello “magico” che ha avuto però una sorte sfortunata.
Da sempre proprietà privata, fino agli anni Sessanta del secolo scorso è stato una residenza, per poi trasformarsi in hotel di lusso. Negli anni Novanta iniziò il suo declino che l’ha portato a uno stato di abbandono, aggravato dalle frequenti incursioni di vandali senza cultura e senza rispetto per il bello.
Save Sammezzano
Per fortuna c’è anche chi si oppone al degrado e ha deciso di fare qualcosa per dare una nuova vita al Castello. Grazie all’iniziativa del giovane Francesco Esposito, di professione economista, è nato il movimento Save Sammezzano che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale sulla sorte del Castello e di trovare un acquirente che si prenda cura della proprietà e dei lavori di restauro di cui l’edificio ha urgentemente bisogno. Se anche venisse acquistato da privati, l’intento è quello di fare in modo che il Castello sia in futuro visitabile dal pubblico.
Del gruppo operativo fanno parte altre tredici persone, ma i sostenitori del movimento sono già oltre 90 mila. Diventare sostenitori è semplicissimo: basta mettere un “like” alla pagina Facebook della causa Save Sammezzano.
Con una donazione, inoltre, si può aiutare il movimento “a costituire un Ente giuridico per la tutela di luoghi dimenticati tra cui Sammezzano e per portare sotto l’attenzione di tutti la tragica situazione in cui versano”.
Informazioni:
Didascalie:
- La Sala delle Colonne
- La Sala dei Pavoni
- La Sala dei Piatti Spagnoli
Le foto sono tratte dal sito di Save Sammezzano