Viaggiare nella Valle della Loira significa immergersi nella natura, non soltanto nella storia evocata dai magnifici castelli che punteggiano il corso del fiume.
Ci sono infatti ben venticinque parchi e giardini riuniti nel percorso chiamato “Escapades aux Jardins” (ovvero “Fughe nei Giardini”), a cui si aggiungono tre Parchi Naturali Regionali e la foresta demaniale più grande di Francia, quella di Orléans. C’è quindi l’imbarazzo della scelta per chi voglia passeggiare nel verde.
Leonardo da Vinci e la natura
Ricorrendo quest’anno il quattrocentesimo anniversario dell’arrivo di Leonardo da Vinci in Francia, su invito del re Francesco I, si può prendere come punto di partenza il maniero di Clos-Lucé, dove Leonardo trascorse gli ultimi tre anni della sua vita.
Nel giardino rinascimentale crescono, tra le altre numerose piante, l’elicriso italiano (chiamato in francese “l’Immortelle d’Italie”) e una varietà di rosa denominata “Monna Lisa”.
Nel vasto parco sono dislocati una quindicina di modelli di macchine progettate da Leonardo, il cui funzionamento è raccontato da pannelli didattici. Il genio toscano era attratto e ispirato dalle analogie che individuava nelle varie sfere del mondo vivente.
Accostava per esempio il gorgo dei mulinelli nell’acqua ai ricci dei capelli. E ciascuna pianta aveva per lui, come per i suoi contemporanei, un valore simbolico e allegorico. Sono tutti spiegati da chiari cartelli multilingue, mentre piccoli altoparlanti, ben mimetizzati nella natura, diffondono audio esplicativi.
Nel parco si può compiere una passeggiata botanica sui passi di Leonardo, “osservatore rigoroso della natura” dotato di un acutissimo senso scientifico. Lungo il percorso sono state piantate quelle specie botaniche che lui ha rappresentato nelle sue opere, come nella “Vergine delle Rocce”, nella “Leda” e nell’“Ultima Cena”. Leonardo osservava le piante, le studiava e le disegnava, prima di dipingerle.
I giardini scomparsi di Blois
A Blois i giardini, invece, sono scomparsi. Alla biglietteria del Castello si trova però gratuitamente una piccola guida, ricca di informazioni e illustrazioni, che ne ricostruisce la storia.
Grazie a una chiara info-grafica cronologica i visitatori possono ripercorrerne le tappe, dall’anno 1499 quando il re Luigi XII intraprende la creazione dei giardini (affidandola al campano Pacello da Mercogliano) fino agli anni Novanta del secolo scorso, quando sono stati avviati i lavori di riqualificazione su progetto del paesaggista Gilles Clément.
Il suo scopo è quello di far “rivivere lo spirito del luogo con una creazione contemporanea che articoli l’estetica odierna con l’immaginario dei progettisti del passato”.
Il paradiso di Dom Pacello
Pacello (che i Francesi chiamano Dom Pacello) è anche il “regista” del giardino di Château Gaillard a pochi passi dal Castello del Clos-Lucé ad Amboise.
I visitatori di questo “paradiso reale dimenticato”, riportato all’antico splendore grazie alle amorevoli cure del nuovo proprietario, restano subito affascinati dalla sua figura. Pacello era il giardiniere più famoso d’Europa e veniva considerato il Leonardo da Vinci dei giardini. Fu opera sua l’anello di congiunzione tra il giardino medievale e quello settecentesco che nasce con la reggia di Versailles.
Il giardino della tenuta di Château Gaillard può essere considerato il laboratorio d’esperimenti in cui mise a frutto tutto il suo talento, inventando forme anzi “scolpendo” la vegetazione.
Ogni carrè (quadrato) deve stupire, sorprendere gli occhi e regalare emozioni, mentre i giardinieri francesi suoi contemporanei tendevano a ripetere i moduli. Come ottenere questo risultato? Utilizzando minerali colorati sopra il terriccio, piantando lavanda, alloro, timo, usando il pungitopo per le bordure e con molte altre soluzioni.
Dal suo estro venne fuori il primo giardino rinascimentale in Francia, per abbellire un castello che non era più considerato un bastione difensivo ma una residenza di piacere, arricchita di tutte le dotazioni indispensabili al “bel vivere” regale, compresa la limonaia, un’altra novità importata dall’Italia in seguito alla spedizione di Carlo VIII.